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Crisi sanitaria in Abruzzo: opposizioni e sindacati avvertono, la maggioranza rassicura

Crisi sanitaria in Abruzzo: opposizioni e sindacati avvertono, la maggioranza rassicura - Bagolinoweb.it

L’Aquila è al centro di un acceso dibattito relativo al deficit sanitario, che potrebbe raggiungere i 200 milioni di euro. Da una parte, le opposizioni e i sindacati lanciano segnali di allerta, mentre dall’altra, la maggioranza di centrodestra manifesta fiducia nel contenimento dei conti. Questo articolo esplora la situazione in corso, analizzando le posizioni dei vari attori coinvolti e le prossime scadenze decisive per il futuro della sanità regionale.

Deficit sanitario: allarmi e rassicurazioni in aula

La quinta commissione Salute e la prima commissione Bilancio hanno tenuto una riunione congiunta per affrontare la questione del deficit sanitario in Abruzzo. Durante l’incontro, presenti sindacati e rappresentanti del dipartimento sanità della Regione, sono stati discussi i dati finanziari che evidenziano un debito potenzialmente esplosivo. Secondo le opposizioni, in particolare il centrosinistra, il deficit potrebbe effettivamente avvicinarsi ai 200 milioni di euro, un livello che sarebbe insostenibile senza interventi straordinari. Dall’altra parte, i rappresentanti del centrodestra, inclusi il presidente della commissione Salute, Paolo Gatti, e il capogruppo di FdI, Massimo Verrecchia, sostengono che con il blocco dei debiti a circa 128 milioni e l’utilizzo di risorse disponibili, il disavanzo finale potrebbe attestarsi a soli 20 milioni, un dato da ritenere più incoraggiante.

Significativa è stata l’assenza dell’assessore al Bilancio, Mario Quaglieri, il che ha sollevato interrogativi tra i membri delle opposizioni riguardo alla trasparenza e alla comunicazione della giunta. In questo contesto, è diventato evidente che le tensioni interne alla maggioranza di centrodestra complicano ulteriormente la gestione della crisi. Nonostante le divisioni, però, gli esponenti della maggioranza continuano a ripetere che il sistema è solido e che i piani di rientro saranno rispettati.

Le audizioni e le reazioni delle parti coinvolte

I sindacati hanno aperto la mattinata con audizioni in merito alla situazione sanitaria, e le loro preoccupazioni non si sono fatte attendere. Ebron D’Aristotile ha preso parola per la Regione, evidenziando che il sistema sanitario abruzzese sta varcando soglie delicate, ma ha ridimensionato i timori analizzando i numeri relativi al bilancio. Tuttavia, la sua presentazione è stata criticata dall’opposizione, in particolare dal capogruppo del PD, Silvio Paolucci, che ha etichettato le affermazioni come infondate e ha chiesto una maggiore chiarezza sui piani di rientro.

Mentre D’Aristotile e l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, difendevano la gestione, il segretario generale della Cgil, Carmine Ranieri, ha sollevato questioni cruciali riguardanti il sottofinanziamento della sanità, affermando che la responsabilità di questo disavanzo va ricercata a livello nazionale, evidenziando un deficit che si ripercuote anche a livello regionale. Le preoccupazioni dei sindacati si sono concentrate anche sui potenziali tagli alla spesa farmaceutica e sui servizi, osservando che tali decisioni potrebbero portare a gravi ripercussioni sulla qualità delle cure e sull’occupazione.

Verso la scadenza decisiva per i direttori generali

Venerdì prossimo, i quattro direttori generali delle Asl abruzzesi dovranno presentarsi davanti alla commissione per fare chiarezza sulla gestione dei conti. Questa audizione è caratterizzata da un clima di tensione crescente, dato il recente passato di conflitti e il rischio di commissariamento sempre più presente. È evidente che il futuro dei direttori generali è appeso a un filo, e in caso di insoddisfazione da parte della giunta, un cambiamento potrebbe avvenire rapidamente.

Infatti, le critiche mosse dagli stessi membri del centrodestra ai direttori generali, nominati nell’agosto del 2023, hanno aumentato il livello di insicurezza. Le loro scelte di gestione non solo hanno portato a un deficit significativo, ma hanno anche generato malcontento tra i cittadini, che lamentano disservizi e carenze nel sistema sanitario. La fiducia dell’esecutivo nei loro confronti si sta rivelando sempre più fragile, poiché i piani di rientro presentati sembrano poco fattibili, se non insostenibili.

L’atmosfera che si respira all’interno della commissione e tra i vari attori è carica di aspettative e ansie. La scadenza di venerdì prossimo rappresenterà un crocevia decisivo per la sanità abruzzese, e l’esito dell’audizione dei direttori generali potrebbe tracciare una linea di demarcazione netta per strategie future e per i finanziamenti necessari a garantire i servizi.

Un quadro complesso per il futuro della sanità abruzzese

Il dibattito in corso sulla sanità in Abruzzo evidenzia un quadro articolato e complesso. I dati citati riguardanti la spesa farmaceutica, che si attesta al 12% rispetto alle risorse trasferite dallo Stato, mettono in luce problematiche di gestione e di programmazione. La media italiana, collocata tra l’8% e il 9%, solleva interrogativi su come sia possibile una tale disparità, specie considerando il profilo demografico e sanitario della regione.

Inoltre, la questione delle strutture ospedaliere di comunità, finanziate tramite il Pnrr, rimane una incognita, con preoccupazioni su chi garantirà il funzionamento effettivo di queste nuove strutture. La mancanza di personale idoneo e una gestione poco chiara potrebbero ridurre a un mero simbolo ciò che dovrebbe essere una risposta concreta alla crescente domanda di servizi sanitari efficienti e tempestivi.

Presumibilmente, la sanità abruzzese è al centro di una tempesta che richiede una leadership chiara e responsabile. Con l’imminente audizione dei direttori generali e la crescente pressione sociale, il momento di prendere decisioni strategiche e urgenti si avvicina, e la società civile attende risposte concrete dalla politica e dalla dirigenza sanitaria.